Oggi inizia l’inverno “meteorologico” (diverso da quello “astronomico”, che inizia col solstizio del 21) e infatti questa settimana sulle Madonie è caduta la prima neve. Un avvenimento magico, come sempre, e anche importante, per un territorio che ha investito molto e vuole ancora investire sul turismo di montagna (sostenibile, si spera). Ma questo avvenimento deve essere anche un’occasione per riflettere sul caos climatico provocato dalla società industriale. Come ci ricorda il noto meteorologo Luca Mercalli, parlando delle Alpi:
“Ormai la neve si è spostata in alto di almeno 500 metri, mentre cento o cinquanta anni fa la nevicata di gennaio arrivava a quote quasi di pianura o collinari. Era possibile sciare dai 1000 metri in su, mentre oggi per trovare un buon innevamento bisogna quasi sfiorare i 2000 metri. Sotto i 1500 metri è raro vedere una buona stagione. Inoltre [la neve] sparisce subito d’estate: non si accumula più e lo provano i ghiacciai che arretrano (…) Entro fine secolo non ci sarà più ghiaccio sulle Alpi (…) La temperatura continuerà ad aumentare. Possiamo solo scegliere di diminuirne la velocità, ma non possiamo arrestarlo. Il danno è fatto e non ci sono soluzioni. È fatto dai tentennamenti, dagli indugi, dalle attese inutili degli ultimi quaranta anni.” (vedi intervista completa qui)
Su questo tema vi consigliamo di dare un’occhiata alle bellissime ma preoccupanti foto del progetto “Sulle tracce dei ghiacciai” (clicca qui).
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