Alcuni giorni fa mi trovavo con amici sulle Madonie, nella parte alta del Bosco della Cava, dentro il Vallone dell’Annunziata, dove c’è una bellissima sughereta. Questa valle è attraversata da una stradella forestale che da Portella di Colla scende verso Ponte Paratore, lungo la provinciale tra Castelbuono e Geraci Siculo
Poco prima del tramonto, lungo questa stradella abbiamo incontrato due cacciatori, prima uno e poco dopo l’altro, fermi coi fucili in mano, intenti a scrutare una radura. Erano più o meno all’altezza del Gorgo Rumito. Entrambi erano vestiti in abiti privati – non avevano nessun tipo di “divisa” che li identificasse come personale di qualche tipo. Cinquanta metri dopo i cacciatori, abbiamo trovato un fuoristrada parcheggiato, anch’esso senza alcun simbolo – una macchina privata.
Abbiamo proseguito. Dopo altri chilometri, passata la chiesetta dell’Annunziata, siamo arrivati alla fine della strada forestale, dove c’è un cancello. Questo cancello è sempre chiuso. Questa volta, invece, il catenaccio era solo appoggiato.
La caccia è vietata nei parchi. Da oltre un anno, nel Parco delle Madonie è stato autorizzato l’abbattimento dei daini, visto il loro numero eccessivo. Ci sentiamo di escludere che i cacciatori in questione stessero facendo questo, se non altro perché le squadre di selecontrollori (il termine tecnico per chi opera questi abbattimenti) devono essere sempre accompagnate da un membro delle forze dell’ordine.
A noi i due signori sono sembrati privati cittadini. Privati cittadini che avevano le chiavi di un cancello forestale per entrare con il loro mezzo a supporto di una battuta di caccia probabilmente del tutto illegale.
È normale tutto ciò? Chi ha dato loro chiavi? Qualche dipendente pubblico che in cambio otterrà un po’ di carne di daino o di cinghiale? Chi controlla che nel Parco delle Madonie vengano fatte rispettare le leggi?
Recentemente, l’Ente Parco ha tenuto un incontro a Castelbuono per fare il punto sugli abbattimenti di daini e i prossimi abbattimenti di cinghiali. Stando al post FB dell’ente, durante questo incontro si è parlato di
“ampliare la platea dei selecontrollori. Tra le ipotesi, anche l’avvio di un sistema di valutazione che consenta di analizzare l’efficienza dei singoli operatori coinvolti negli interventi e prevedere l’inserimento di criteri di premialità. … Il Parco, proprio nell’ottica di una ulteriore incentivazione delle azioni, sta mettendo in atto tutte le strategie possibili per prevedere un sostegno economico seppur simbolico da riconoscere a quei selecontrollori che si distingueranno nell’applicazione più rigorosa delle procedure operative“.
Insomma, più cacciatori autorizzati, e probabilmente anche pagati col sistema “più abbatti e più ti pago”. Siamo sicuri che tutto questo non stia incentivando anche la caccia illegale? C’è il rischio di un “liberi tutti”.
La foto di copertina di questo post mostra le cartucce di fucili da caccia che abbiamo raccolto durante varie escursioni nel Bosco del Vicaretto, una zona non distante da dove abbiamo incontrato la coppia di cacciatori.
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