Domenica scorsa sono andato a fare un’escursione con il Club Alpino Siciliano nella Riserva Naturale di Bosco Ficuzza.
Verso metà pomeriggio ci siamo ritrovati nel Vallone d’Agnese, lungo una strada sterrata che passa in mezzo a latifoglie, pini ed eucalipti. Purtroppo, la zona era piena di macchine.
Molti di questi automobilisti erano venuti a cercare castagne, data la stagione. Erano armati di grossi sacchetti di plastica rigida e guanti da lavoro.
Mentre camminavamo, una macchina ci è venuta incontro lungo la stradella forestale, e i passeggeri ci hanno chiesto se avevamo trovato castagne. Abbiamo risposto che eravamo venuti a camminare.
Venire a raccogliere le castagne in autunno è sicuramente una bella cosa, ma perché farlo entrando con le macchine nel cuore della riserva? Questo è assurdo. È così difficile capire che una riserva è un luogo che serve a preservare la natura dagli impatti negativi della società, incluse le automobili? Non è un parcheggio. Ci sarà un motivo se non c’è una strada asfaltata.
Rispetto a dove eravamo, la strada asfaltata dista poco, magari un paio di chilometri. È davvero difficile pensare di coprire questa distanza a piedi? Alcune persone stavano facendo dei pic nic accanto alle loro macchine. Avevano fatto al massimo quattro passi per allontanarsi dalle auto e poi sedersi a terra. C’erano diverse coppie di genitori con figli al seguito. È questo quello che insegniamo ai bambini? Mah.
Il problema ovviamente non si porrebbe se la Regione, che gestisce la riserva, bloccasse fisicamente l’accesso alle auto private. In realtà, lungo la stradella è presente un cancello, che prima veniva tenuto chiuso, mentre ora è sempre aperto. Perché? Qualcuno per caso ha chiesto questo favore?
Alla fine, è sempre la stessa storia siciliana. Cittadini incivili e autorità incompetenti e assenti.
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