A Isnello, sulle Madonie, verrà costruito un ponte sospeso sopra il torrente Hassin (se si trovano i fondi). La struttura collegherà l’abitato con l’area boschiva in cui si trova la Chiesetta di Santa Maria del Gesù e il sentiero che porta alla Grotta Grande. Per il sindaco, queste zone saranno così “valorizzate”.
La “valorizzazione” è diventato il grande mantra della montagna di oggi. Nella stragrande maggioranza dei casi, con questa parola ci si riferisce alla costruzione di piccole e grandi infrastrutture che poco hanno a che fare con la natura, se non per il luogo in cui si trovano.
Ovviamente, se si aggiungono infrastrutture in natura, questa diminuisce e viene degradata, il che non ha senso, perché così i posti anziché diventare più belli diventano più brutti.
Il progetto del ponte a Isnello dimostra come anche le montagne siciliane siano inserite appieno nei processi di cattivo sviluppo che interessano i monti più famosi del paese, Alpi e Appenino. Di recente, infatti, è comparso su GognaBlog un articolo dal titolo “La mania dei ponti“. Ne riporto qui alcuni passaggi che mi sembrano interessanti:
L’intervento umano sull’ambiente naturale è una corsa sfrenata che non conosce ostacoli e, giorno dopo giorno, colonizza nuovi spazi nella sua spietata avanzata alla ricerca di piaceri fugaci, con la massima velocità e il minimo sforzo possibile. E indipendentemente dal prezzo.
Non si tratta di negare il progresso e lo sviluppo umano, o l’uso della tecnologia per migliorare le condizioni di vita.
Ciò che vogliamo è sollecitare una riflessione sulla ricerca di un equilibrio o di una regolamentazione di queste iniziative che sembrano perseguire un edonismo esacerbato più che un sano godimento della natura.
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