Il volantino in foto era in un bar a Santo Stefano di Camastra, un comune della costa nord in Sicilia. Le attrazioni a cui si riferisce si trovano nel territorio di San Mauro Castelverde, sulle Madonie. Si tratta di tipici esempi dell’idea distorta di “valorizzazione” della montagna, che ormai riecheggia sempre più spesso da nord a sud. Per capire meglio il fenomeno, possiamo leggere alcuni estratti di un articolo di Luca Trentini su GognaBlog.

“L’unico ed esclusivo scopo di queste attrazioni o ‘valorizzazioni del territorio’ è commerciale, attirare turisti. I costi di realizzazione, ingentissimi, sono a carico dell’erario, in tutto o in parte, analogamente le manutenzioni, pure costosissime. [Per la zipline citata nel volantino, il comune di San Mauro ha speso un milione di euro.] Ma cosa si propone in realtà?

  • Un’esperienza totalmente artificiale, un artefatto. Tutte opere artificiali, prive di una qualsiasi intrinseca naturalità. Si fornisce un’esperienza già possibile senza tanti artifici: per la montagna la vista mozzafiato c’è già, i sentieri pure, magari anche esposti e tutti ne possono già godere, magari a costo zero;
  • un’esperienza senza alcun rischio, a dispetto dell’adrenalina vantata;
  • un’esperienza veloce, di un’oretta, e poco faticosa, anche per passeggini, cani sconsigliabili, visto che hanno paura del vuoto;

Sono, quindi, esperienze limitate, veloci, replicabili ovunque nel mondo. Ma direi che il danno non è solo per l’erario, ma anche dal punto di vista ambientale ed umano:

  1. l’ambiente viene palesemente degradato, riempito di ferraglie e cemento;
  2. l’umano, pure viene degradato. Queste attrazioni sono un’offerta veloce, emozionale e narrativa, come quella pianificata a tavolino da fior di esperti, eliminando ogni variazione, rischio ed incertezza, totalmente massificata e replicabile. In altre parole, si favorisce il venir meno della ‘biodiversità umana’.

L’esperienza, in ogni caso, deve essere veloce, in un’ora si può concludere. L’apoteosi del ‘turismo mordi e fuggi’ che tutti deprecano, ma che le categorie di governo (politici, baristi e ristoratori) promuovono.”