Il 29 agosto, un incendio doloso ha bruciato quasi tutta la riserva naturale dello Zingaro. La direzione della riserva ha annunciato la chiusura del sito fino a data da destinarsi. Proprio quest’anno la riserva aveva compiuto 40 anni, e diverse iniziative erano state organizzate per ricordare la famosa marcia del 1980 che portò all’istituzione della prima area naturale protetta in Sicilia.
Lo Zingaro è un luogo simbolico per la storia dell’ambientalismo siciliano. In un certo senso, ne rappresenta l’inizio. Il tratto di costa nel golfo di Castellammare è unico perché privo di una strada litoranea.
Storicamente, la maggior parte delle coste dell’isola è stata rovinata dallo sviluppo residenziale e industriale che ha seguito le strade litoranee costruite durante la Grande Accelerazione del secolo scorso. Per puro caso, negli anni ’70 lo Zingaro ne era ancora privo. Quando le autorità iniziarono a progettare una strada per collegare i paesi di Scopello e San Vito Lo Capo nel 1976, gruppi ambientalisti e cittadini formarono una coalizione per bloccarla.
Dopo quattro anni di proteste, nel 1980 la coalizione organizzò una marcia per chiedere ancora una volta la fine del progetto. Si presentarono migliaia di persone. L’evento costrinse il governo regionale ad approvare una nuova legge di conservazione della natura, e la riserva fu istituita l’anno successivo.
Dopo l’incendio del 29 agosto, sulla loro pagina Facebook, Legambiente Palermo ha scritto:
Un simbolo non lo distruggi, neppure se lo bruci. La riserva resterà lì, con tutto ciò che significa per noi: oggi significa che ci vorrà ancora più sforzo di quello messo in campo finora, che non toglieremo gli occhi di dosso a chi deve lavorare per la tutela del patrimonio naturalistico della nostra regione, che supporteremo le comunità colpite a denunciare, che Lo Zingaro e tutte le aree naturali bruciate questa notte le faremo rinascere insieme.
(Foto di copertina tratta da riservanaturalezingaro.com)
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